Giuseppe Messina
 
 
Garibaldi fu il suo primo volto scavato nella pietra
 
 
aveva solo tredici anni
 
 

Giuseppe Messina, nato nella millenaria Gala, frazione collinare di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, si è fatto notare già da piccolo per la sua sensibilità artistica.

 

Nell'antico paese natio, conosciuto per essere stato fino al 1779 sede di uno dei più importanti monasteri dei Padri Basiliani, a solo tredici anni ha scolpito su un gradino in pietra arenaria della scala esterna della sua casa il volto di Giuseppe Garibaldi, ricevendo in cambio "scappellotti dal padre, il quale, però il giorno dopo, si convince che, tutto sommato, qull'alto rilievo non è male".
Comincia così l'avventura di Messina nel mondo dell'arte e della cultura, che lo vedrà protagonista apprezzato non solo nel mondo della scultura ma anche in quello della pittura e della letteratura.A vent'anni (1967) lascia la Sicilia per recarsi a studiare a Roma, dove "spinto dalla voglia di confrontarsi con il grande mondo della cultura, quindi aprirsi di più a vaste conoscenze, cercare di conoscere se stesso e capire le sue potenzialità creative", frequenta la "Casa della cultura" di via Arenula, famoso luogo di incontro di artisti e letterati.

 

Ed è stato questo scultore-poeta a svelare il suo affetto per Omero, scrivendo un poema in perfetti endecasillabi (che non rifuggono dalla rima, il che gli fa onore) in cui racconta un suo 'sogno di una strana notte di Natale', facendo rivivere non solo i personaggi omerici
come Ulisse o Penelope o Telemaco o Laerte o Tiresia, ma anche gli dei della mitologia classica, da Zeus ad Athena, a Poseidone, a Eolo, con un ritmo incalzante e un racconto affascinante che incatena il lettore, il quale viene trasportato in un mondo di fiaba e di leggenda che a cultura contemporanea cerca invano di soffocare.
"Da quel bravo artista che è, - ha concluso Correnti - Giuseppe Messina ha saputo plasticamente creare le figure del suo poema ' Odissea ultimo atto '. Tali figure sono divenute le sculture bronzee che illustrano l'opera poetica", e che, insieme ai canti di Antonio Labate, hanno fatto da cornice alla presentazione dell'opera messiniana presso il liceo classico "Luigi Valli" della cittadina siciliana.
     
     
     
     

 

 
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