Non
scrivo perché mi piace, anzi sono pigrissimo e, poi non
so scrivere. L'ho sempre confessato. Non é per questo
che ho scritto in dialetto ciò che ho scritto. (Chiamateli
come vi pare: ballate. poesie, meditazione in versi, fesserie...
E perché no?)
In
quanto pittore avrei voluto dipingere il contenuto di
quanto ho scritto, ma il quadro sarebbe diventato di
proprietà di una sola persona, il libro entra
in più case e, poi con la penna ho fatto prima
a registare le mie emozioni di quest'ultimo periodo.
Ciò che ho immagazinato in me si chiama, rabbia
- sdegno - nausea - sconcerto), nonché odio (sebene
non sia mai stato capace di provare tale sentimento)
verso la classe politico dirigente, specie democristiana,
alla quale tirando le somme, non riesco a non attribuire
le responsabilità di ogni male (analfabetismo
- ignoranza, malgoverno - arroganza, corruzione - mafia.
disoccupazione - terrorirismo) che il popolo italiano,
ricattato, ha subito. Dovevo scaricarmi e non potendo
fare diversamente ho cominciato a scrivere e, quale
linguaggio migliore del siciliano per narrare lamentele
di Sicilia?
E
non chiamatemi poeta. Ho narrato ciò che
solo chi viene dalla terra può narrare. Solo
chi ha provato le ristrettezze, le angherie, le
ingiustizie. le sopraffazioni, la povertà
ed il ricatto può dire certe cose ed io ho
provato tutto ciò ed è da questo che
attingo giorno per giorno il coraggio per dire ai
giovani che il giorno in cui dimenticheremo che
i nostri padri, i nostri nonni hanno vissuto zappando
la terra o ci vergogneremo di ciò, il potere
conservatore avrà raggiunto il suo scopo.
Quel giorno non ci sarà più amor proprio
e crolleranno i valori umani più sacri, l'uomo
sarà una cosa vuota ed il sangue versato da chi
voleva migliorare la società avrà valore
di urina nel fango. Ma questo non succederà finché
ci sarà anche un solo uomo che avrà la forza
di ricordare tali verità alle masse.